AUTUNNO
Nel fumido mattino di Novembre,
mi trovo a passeggiare
per un bosco che non è più verde. Ovunque c'è
diffuso
un languore e c'è nell'aria un presagio di pianto per qualcosa che
muore.
Ad un tratto, fra il rosseggiar dei platani e dei tigli
passa un
fruscìo leggero,
come un lieve bisbigliar di bimbi.
"Addio – dicon le
foglie all'albero con fievole lamento;
tenendosi vicine volteggiano nel
vento,
ma prima che questo le allontani
"Addio" risponde l'albero pieno di
sgomento
agitando leggermente i grossi rami.
"Addio" dicon gli uccelli ai
nidi vuoti e alla quercia che li ha ospitati.
Con pigolii
smarriti, si sono radunati per meglio orizzontare
il loro andare, piccoli e
immoti,
sembrano tante note sul rigo musicale.
"Addio, piccoli amici, lo
so cosa provate,
è sempre triste lasciar le cose amate,
ma a Primavera voi
ritornerete.
Le piante, sognando, prepareranno nuove gemme
e voi le
sveglierete con frulli d'ali e trilli
e il bosco risuonerà ancora, come
un'allegra dimora
colma di grida acute di fanciulli.
E lo vedrete uscir
dal suo torpore, illuminato da fulgide aurore;
da quel profondo
sonno vegetale si sveglieranno i ciclamini e le viole,
ciuffi di menta,
ciocche di cedrina ed i mandorli in fiore
profumeranno l'aria, il sole
imbiondirà le folte chiome alla ginestra
e ci sarà gran festa, fra palpiti di
farfalle colorate,
un brusìo d'api ed un vivace mormorìo di vespe.
Seduta
su una panchina consumata dal tempo
guardo, ma non vedo tutto questo.
Il
vento autunnale spande intorno soltanto un profumo mesto.
Volano le morte
foglie,con le ultime ali
che sfrecciano fra le braccia del
cielo freddo, che tutto avvolge.
Migrano gli stormi verso climi più
lieti,
ma non dal cuore mio voi, o nostalgiche voci……..
e nell'incanto di
un'estasi intrisa di dolcezza
penso alla giovinezza
e con struggente
malinconia
rimpiango una stagione bellissima
che non sarà più mia!