LA TEMPESTA
E' giornata di vento impetuoso,
il cielo cambia ogni momento,
a volte è
pallido, a volte luminoso.
Alle folate il mare si ribella rivoltoso,
ed io
lo vedo immenso, affascinante e misterioso….
Dalle antiche scogliere, dove di
notte vanno
a sciogliersi le ammaliatrici chiome le sirene,
famelici si
alzano i gabbiani per tuffarsi ingordi
a beccar l'agile preda che guizza fra
le arruffate onde.
Il vento fischia fra le annose fronde
dei pini robusti
e le agita appena,
ma alle canne palustri fa' inginocchiar gli steli
e
agli alti fusti epilettiche
fa tremar loro le foglie…..e dai piccoli
nidi
riparati, fuggono i passerotti spaventati e
si riempie il cielo vuoto
di ali e di richiami disperati!...
Io, per la spiaggia bianca e
solitaria,
me ne sto in disparte e sento risvegliarsi
le voci
perdute e risento nell'aria
gli odori delle cose passate….e mi
rivedo
con i miei fratelli sulla riva a costruir castelli
di sabbia, che
poi distruggevamo per rifarli.
Ignari che domani nella vita ricostruir
qualunque cosa,
fosse tanto difficile e dovesse costar tanta
fatica.
Poi osservo mia figlia giocar sull'arenile.
sulla
sua fronte infantile non ci sono pensieri,
e sui bei cigli neri non ci son
lacrime….
se ne va tranquilla a raccoglier manciate di
conchiglie…
All'orizzonte, lento, scivola fra le acque un veliero:
è
forte, non teme la burrasca,
ma anche lui agile e altero va ad
immerger le sue chiglie
in acque più ricche e più
tranquille.
E io, nel mio triste abbandono,
simile ad una barca
rovesciata,
guardo le mie mani vuote,
come le reti stese ad asciugare
inoperose
e come il pescator attende tempo miglior per
ricolmarle,
paziente le ripara, pregando Eolo di calmare i venti,
così io
aspetto che si plachino le onde
e là, oltre quei flutti, oltre quella
barriera,
il vento si porta via una preghiera
e muta sale al Cielo una
richiesta:
"Signore, fa' che finisca presto anche la mia tempesta!"