TRISTE MELODIA

     Lente passano le ore in questa stanza rilegata
di ansiosi pensieri; stasera il sonno tarda ad arrivare
ed io esco sul balcone ed in silenzio ascolto il
sommesso respirare del mare.
     Pian piano bisbigliano le onde,
ora pentite, consolano le alghe moribonde che
dai profondi abissi hanno strappato e queste,
lasciandosi cullare, pensano ai bei giardini che
avevano adornato, al loro mondo fantastico e
perduto tutto fiorito di cangianti meduse e leggiadri
cavalli, di brune sirene e madrepore schiuse, di piccole
attinie e di rossi coralli.
Sul fosco mare, vegliano come me, con occhi
sonnolenti le lampare …. Anch'io ripenso alla
felicità effimera e perduta …. Ricordo, quand'ero
poco più di una fanciulla, dormivo bene, sentivo
il bacio di mia madre e poi più nulla ….
sognavo fino all'alba i miei balocchi, oppure, una
bambola vera, da cullare con amore sui ginocchi ….
     La luna, come una regina, passa nella notte
splendida e turchina, seguita da smaglianti
stelle, che l'accompagnano tacite, come fedeli ancelle.
-  Luna, fermati un po' con me a parlare, son tanto
sola, tu mi puoi aiutare – "Non posso, fra poco devo
incontrare il sole, son già in ritardo, me ne devo
andare". Ed ha proseguito adagio per il cielo col
suo incedere regale.
     Bambina mia, vano è fantasticare, in una notte
così dolce e belle, la mamma non ha la compagnia
neppure di una stella, mentre tu dormi, tanti pensieri
come uragani mi affollano la mente, se penso a tutti
quelli in lieta compagnia, scendono sulle mie guance
lentamente le lacrime e graffia nel buio del
cuore, l'artiglio della gelosia.
     Anche stasera scriverò le note per comporre una melodia,
ma sarà triste, più triste di ogni altro canto, e salirà
lassù portata dal vento, dove il cielo si accende di
brillanti, ma saran solo parole, saran sospiri erranti,
saranno palpiti d'amore, saranno come sempre
i miei tormenti e il mio dolore.